venerdì 27 febbraio 2015

No all' Imu agricola. Lunedì 9 marzo manifestazione a Bari

Approvato ieri in Senato il decreto legge (dl n. 4/2015) sull’Imu Agricola con dei piccoli correttivi. Ora la parola passa alla Camera per ratificare le modifiche introdotte.  Le più rilevanti possono essere così sintetizzate:

  • Via libera a rimborsi (o compensazione) per i contribuenti che hanno già pagato l’imposta, versando più di quanto dovuto in base al riordino della disciplina (esenzioni totali o parziali). Il rimborso non sarà però automatico, ma dovrà essere richiesto dal contribuente presso gli sportelli comunali dell’Ufficio Tributi.
  • Detrazione fino a 200 euro per coltivatori diretti e imprenditori agricoli proprietari di terreni che ricadono nelle cd “colline svantaggiate” ossia in quei territori ricadenti in Comuni in cui l’esenzione era presente in base alle vecchie regole del 1993. Comuni per i quali in un primo momento non era prevista nessuna forma di esenzione o detrazione.
  • Proroga al 31 marzo 2015 per il pagamento dell’Imu sui terreni agricoli senza incorrere in sanzioni o provvedimenti.
  • Esenzione totale di terreni agro-silvo-pastorali a proprietà indivisa e ai terreni agricoli siti nelle isole minori.


Non è stato approvata invece, clamorosamente,  l’esenzione per i territori colpiti da calamità naturali in cui sarebbero ricaduti anche il Gargano e il nostro Salento per l’emergenza fitosanitaria della Xylella.


Una ulteriore prova di come questa tassa, iniqua e inspiegabile, sia solo un modo come un altro per vessare i territori agricoli distrutti da gravi emergenze ed eventi naturali e, con questi, gli agricoltori che non riescono a produrre reddito da quelle terre stremate .
L’Imu agricola, noi riteniamo, non ha ragione di esistere: come si fa a tassare uno strumento imprescindibile per la vita e il lavoro agricolo? Come si può pretendere una tassa su un bene strumentale per la produzione non solo di cibo ma anche di benessere per la comunità tutta?
Il governo italiano continua a sbandierare slogan a favore del ritorno dei giovani in agricoltura, continua a dire che il futuro del nostro bel Paese siamo noi e che l’agricoltura sarà il volano per farci uscire dalla crisi e poi alle spalle, e neanche tanto, ci pugnala obbligandoci a pagare un’imposta iniqua non sulla produzione ma addirittura sullo strumento per produrre, a  prescindere da quanto quel terreno abbia reso e dato in termini economici all’agricoltore, a prescindere se sia stato vittima di calamità o altri eventi incontrollabili.
Lo stesso governo sottolinea come siano troppi ad oggi i terreni rimasti abbandonati negli anni e poi, con quest’imu , incentiva l’abbandono del settore agricolo, esorta i nostri padri agricoltori ad abbandonare un comparto in perenne difficoltà  e noi giovani a gettare la spugna e cercare  un’alternativa migliore e con meno rischi dal punto di vista economico.
Quella stessa Italia che, in Expo, sta facendo dell’agroalimentare il suo punto di forza, che si sta facendo bella agli occhi del mondo anche con il lavoro degli agricoltori, li ricompensa con questa indegna moneta. Ecco perchè diciamo NO all’Imu agricola, che rischia di mettere una croce definitiva sulle spalle di questo comparto imprescindibile ma sempre troppo tartassato dalle politiche insensate  delle potenti lobby del palazzo.

Lunedì 9 Marzo saremo in piazza a BARI con Agrinsieme e la Cia tutta per manifestare contro l’Imu agricola, contro le diminuzioni di dotazione di gasolio agricolo e per chiedere la riduzione del cuneo fiscale per gli agricoltori e misure concrete per il rilancio del comparto agro-alimentare.
E' per questo che invitiamo tutti i giovani agricoltori della provincia a partecipare!

Lecce, 26.02.2015

Agia (Associazione Giovani Imprenditori Agricoli Cia) Lecce

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